\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 CECA Φ la sigla di \i Comunitα europea del carbone e dellÆacciaio\i0 , costituita con il trattato di Parigi del 18 aprile 1951.
Il 10 febbraio 1953 fu aperto per 155 milioni di consumatori il mercato comune (esclusi i territori oltremare) del carbone, del minerale di ferro e dei rottami, il 1░ maggio 1953 fu esteso allÆacciaio e il 1░ agosto 1954 agli acciai speciali.\par
Ideata
dal francese \b \cf4 \ATXht2461 R. Schuman\b0 \cf0 \ATXht0 , simboleggia il desiderio di creare in Europa nel \b \cf4 \ATXht152101 dopoguerra\b0 \cf0 \ATXht0 un clima nuovo tra i paesi del vecchio continente in una prospettiva di pace e di unione. Fino
alla \b \cf4 \ATXht1611 nascita dellÆUnione Europea\b0 \cf0 \ATXht0 era composta dagli stati membri della \b \cf4 \ATXht2131 CEE\b0 \cf0 \ATXht0 . Il profilo giuridico ed il sistema istituzionale, in origine imperniati su schemi propri, si sono via via
venuti modellando su quelli della Comunitα europea, di cui la CECA condivideva, in particolare, le istituzioni. Questa progressiva assimilazione Φ dovuta non solo al prevalente rilievo che la CEE ha assunto nel contesto europeo, ma anche a specifiche di
fficoltα programmatiche e di funzionamento che la CECA ha dovuto sopportare negli ultimi decenni. I problemi della CECA erano dovuti, da un lato, ad una riconsiderazione delle \b \cf4 \ATXht21411 fonti energetiche\b0 \cf0 \ATXht0 , per motivi economici e
d ambientali che hanno finito con il penalizzare i combustibili solidi; dallÆaltro, alla crisi progressiva dellÆindustria carbo-siderurgica.\par
LÆuso del carbone giα da molto tempo Φ in continuo calo ed ha raggiunto alla fine degli anni Ottanta il limi
te del 21% del consumo energetico. Non mancano incentivi, da parte dei produttori europei, a favore della conversione degli impianti industriali a carbone, ma con scarsi risultati. Solo nel settore cementifero, dove il carbone presenta chiari vantaggi ri
spetto agli altri combustibili, il quadro appare confortante.\par
Dal 1974 in poi lÆindustria siderurgica ha subito una grave recessione a causa della notevole contrazione della domanda per usi strumentali e manufatti e per la concorrenzialitα da parte
dei paesi di recente industrializzazione. Nel corso degli anni Ottanta la Comunitα europea ha intrapreso un ampio sforzo di riorganizzazione che ha portato a drastici tagli nella capacitα produttiva. Nel 1991 la produzione di acciaio si Φ assestata su ci
rca 130 milioni di tonnellate, nel contempo Φ stata portata avanti, nel quadro del programma Phare, la cooperazione con i paesi dellÆEuropa centrale ed orientale in questo settore.\par
Sotto il profilo squisitamente giuridico la CECA pu≥ essere consider
ata unÆimpresa comune in quanto persegue un obiettivo economico limitato, anche se dispone di importanti prerogative decisionali. Tra queste ricordiamo la possibilitα di intervenire sui prezzi, stabilire quote di produzione, comminare ammende alle impres
e, vegliare sulla concorrenza proibendo, se del caso, intese e concentrazioni. Alla CECA sono stati attribuiti poteri normativi formali e sostanziali, anche se limitati ai settori di competenza, aventi lo stesso rilievo giuridico di quelli delle altre Co
munitα. Allo stesso modo gli atti CECA hanno gli stessi caratteri e uguale portata, anche se diversa terminologia degli altri atti comunitari. Analogamente la Comunitα dispone di risorse proprie costituite, oltre che da prestiti, anche, e soprattutto, da
imposizioni sulla produzione di carbone e di acciaio, denominati prelievi.\par
Il \b \cf4 \ATXht2311 trattato di Maastricht\b0 \cf0 \ATXht0 non ha modificato la sostanza delle norme del trattato CECA. Al fine, tuttavia, di assimilare questo trattato a
quello CEE, ha introdotto anche in questo caso la disciplina di nuove situazioni giuridiche, in particolare, per esempio, il diritto di petizione del cittadino al Parlamento europeo e la costituzione della figura del Mediatore abilitato a ricevere le de